COMUNICATO STAMPA DEL 27/08/2007
Il 2004 immessa in rete dai pozzi S.Angelo acqua al tetracloroetilene oltre i valori di potabilità; nel 2005, ad un anno e 1 mese dalla prima segnalazione di inquinamento, immessa acqua con il tetracloruro di carbonio 3 volte superiore ai valori di riferimento fissati dall’Istituto Superiore di Sanità. Tutto senza filtri.
Nel maggio 2007, post-filtri, “Idrocarburi totali” 35 volte sopra i valori consigliati dall’ISS.
WWF, Comitato Bussi ci Riguarda e Abruzzo Social Forum: documenti sconvolgenti che spazzano via eventuali dubbi sull’inquinamento delle falde.
Il WWF, il Comitato Bussi ci Riguarda e l’Abruzzo Social Forum hanno presentato oggi, durante una conferenza stampa svoltasi a Pescara, i documenti esplosivi circa l’acqua emunta negli ultimi anni dai Pozzi S.Angelo ed immessa nella rete che serve la Val Pescara e circa 400000 abitanti, posti a valle della megadiscarica abusiva di Bussi.
I documenti raccontano una storia incredibile. Con ordine, il 13 agosto 2004 l’ARTA, comunica alla AUSL e a diversi altri enti (ACA, Regione, Provincia e due comuni), che nei campionamenti fatti nel periodo maggio-giugno 2004 era stato riscontrato “in tutti i casi il superamento del valore di concentrazione limite, stabilito dal D.M. 471/99 (relativo allo stato di inquinamento delle acque sotterranee, ndr), del parametro Tetracloroetilene”. Inoltre, e questo è ancora più importante ai fini della potabilità, “si evidenzia che, in un solo caso, riferito al campionamento delle acque risultante dalla miscelazione delle acque degli otto pozzi, il superamento del limite fissato, per il parametro tetracloroetilene, dal DLGS 31/2001 “ (quello relativo alla qualità delle acque destinate al consumo umano, ndr). La AUSL, si attivava avvertendo l’acquedotto (l’ACA, con tre giorni di ritardo per supposte ferie del direttore dello stesso..., come si legge nell’esposto inviato dalla AUSL alla Procura che si presenterà più oltre). Si concordava quindi di effettuare nuovi accertamenti. Il risultato di questi prelievi è ben riassunto dalla nota che la AUSL inviava il 6 settembre 2004 alla Direzione Sanità della Regione Abruzzo e all’ACA. Questo era l’oggetto della missiva “Inquinamento della falda di acque sotterranee destinate al consumo umano. Comunicazione ufficiale dei risultati analitici dell’ARTA con conseguente STATO di ALLERTA... “. Nel testo si legge “si trasmettono le risultanze analitiche di 19 campioni di acqua potabile prelevati rispettivamente nei giorni 25/08/04 e 28/08/04 nel campo pozzi S. Angelo. Dal referto analitico si evidenzia uno stato di inquinamento da tetracloroetilene, tricloroetilene e cloroformio nelle falde dei pozzi destinati alla produzione di acqua potabile. Tale situazione che pregiudica gravemente la qualità delle acque destinate al consumo umano necessita di urgenti provvedimenti...”.
Dalle analisi di quei giorni emergono ben 3 superamenti per i valori di tetracloroetilene e tricloroetilene.
A quel punto, l’8 settembre 2004, il Dr. Roncione dalla AUSL e la Provincia di Pescara, scrivono alla Procura, raccontando dei primi contatti avvenuti con l’ACA a seguito della prima segnalazione e la conferma dei superamenti dei limiti sia del Decreto 471/99 sia del Decreto 31/2001 .
Si arriva ad una riunione, avvenuta a Febbraio 2005 presso l’ARTA, avente per oggetto proprio l’inquinamento dei pozzi, in cui la AUSL solleva dubbi circa la possibilità di continuare ad usare per usi idropotabili quei pozzi. Ben 4 mesi prima dell’intervento del Ministero dell’Ambiente, che ne proponeva l’uso, l’ATO presenta un progetto per il posizionamento di filtri a carbone attivo per un valore di 3,1 milioni di euro. Intanto l’acqua dai pozzi scorre in rete, visto che nella nota di accompagnamento delle analisi dell’ARTA del 24 settembre 2005, ad oltre un anno dalla scoperta dell’inquinamento, si scrive che “le acque dei pozzi nn.8,1,2, 3 e 4 che, al momento del prelievo erano emunte, e della loro miscela, che era immessa nella rete...”.
Ora, l’esame dei dati contenuti in queste analisi ufficiali lascia esterrefatti. Il Tetracloruro di carbonio (tetraclorometano nelle analisi), raggiunge, nel mix delle acque immesse dai pozzi in rete, il valore di 13,8 microgrammi/litro, superiore di 3 volte al valore di riferimento dell’OMS-ISS (4 microgrammi/litro). In campioni di singoli pozzi il valore era di 10,3 (pozzo 2), 9,3 (pozzo 3), 11,7 (pozzo 4). L’inquinamento era, quindi, diffuso. E’ interessante notare come in quel periodo non compariva l’esacloroetano, che, successivamente, si è riscontrato oltre il valore di riferimento di 1 microgrammo/litro nel 2007 (si vedano a tal proposito i comunicati precedenti).
Vi è un salto nei documenti in nostro possesso per il 2006 (anno in cui i pozzi sono stati chiusi per un periodo per il posizionamento dei filtri). Possiamo presentare, quindi, le analisi comunicate il 23 maggio 2007 dall’ARTA (che si riferiscono ai mesi precedenti), quando, come poi avverrà anche nelle analisi dell’ARTA di luglio e agosto 2007, il tetracloruro di Carbonio va oltre i valori indicati dall’OMS e ISS, aumentando nel passaggio nei filtri (da 3,1 a 5,1 microgrammi/litro, ad esempio, nel campione 625 del 12/02/2007). Ma la cosa sconvolgente, che aggiunge nuove preoccupazioni, relative a queste analisi, riguardano il parametro “Idrocarburi Totali” che, dopo i filtri, schizza in un campione post-filtro a 238,26 microgrammi/litro (pre-filtro 176,64) e in un altro campione post-filtro addirittura a 361,36 microgrammi/litro. Da una prima analisi della normativa in materia, pur non comparendo questo parametro nel citato Dlgs.31/2001 (come già avvenuto per il Tetracloruro di Carbonio, quando l’ISS ha dato ragione al WWF ponendo un valore di 4 microgrammi/litro) emerge come l’ISS abbia ribadito più volte l’opportunità di porre il valore di riferimento a 10 microgrammi/litro (“Si ritiene, pertanto, che per gli Idrocarburi totali la concentrazione limite da adottare sia 10 µg/l”, parere ISS del 25 luglio 2002 – N° 024711 IA/12). Rispetto a queste indicazioni ci troviamo con valori post-filtro di 35 volte superiori a tale valore di riferimento!
Questi dati confermano pienamente la fondatezza dei problemi segnalati dalle analisi del WWF e dimostrano come gli enti, in primo luogo ACA e ATO, anziché informare i cittadini com’era loro obbligo, nonostante conoscessero lo stato di grave contaminazione delle acque dei pozzi S.Angelo, abbiano creato confusione sui dati cercando di gettare discredito su coloro che hanno giustamente richiesto la chiusura dei pozzi per preservare la salute dei cittadini. Nessuna “guerra dei dati”, quindi, ma solo un’azione corretta di trasparenza svolta dalle associazioni che è riuscita a far emergere una vicenda gravissima nonostante la posizione di diversi enti, che in questo mese e mezzo non hanno risposto ai fatti adattando progressivamente la propria posizione man mano che risultava impossibile negare l’evidenza.
La costante presenza di alte concentrazioni, pur se oscillanti come accade di norma, di sostanze nocive nelle analisi degli ultimi 3 anni evidenzia l’estrema pericolosità di emungere l’acqua dai pozzi e la stessa necessità ed urgenza di procedere alla loro chiusura; viceversa una sola analisi che abbia riscontrato la quantità di tali sostanze nei limiti di legge appare del tutto insufficiente per fondare scelte che interessano 400000 persone, contrariamente a quanto ha stabilito il Presidente del TAR Pescara nel suo decreto emesso inaudita altera parte per la riapertura di uno dei pozzi contro il provvedimento del Commissario Goio, per scongiurare il grave rischio di contaminazione per la popolazione.
WWF, Comitato “Bussi ci Riguarda” e Abruzzo Social Forum ritengono quanto accaduto il più grave scandalo avvenuto in Abruzzo negli ultimi anni perchè, nonostante diversi enti sapessero, si può dire, carte alla mano, che per oltre un anno è stata immessa acqua nelle reti piena di sostanze chimiche nocive senza alcun tipo d’intervento e che la chiusura dei pozzi è avvenuta a diversi mesi dall’intervento dell’APAT che aveva stabilito, a marzo 2005, che erano stati superati i valori per la potabilità. Tra l’altro, i valori per il Tetracloruro di Carbonio sono anche peggiorati di gran lunga tra il 2004 e il 2005, superando la soglia dei 4 microgrammi/litro. I consumatori, al contrario di quello che prevede la legge, sono stati tenuti all’oscuro e, addirittura, a tre anni di distanza da queste informazioni l’ATO e l’ACA, in risposta alla nota inviata a luglio 2007 in via riservata dal WWF, hanno negato pervicacemente la realtà dei fatti arrivando a sostenere pubblicamente che le analisi fatte dal WWF sarebbero state dovute, come sostenuto dal Presidente dell’ATO, alla “bottiglia sporca (di tetracloruro di carbonio! ndr) usata dal WWF per i prelievi”. I fatti fin qui narrati sono gravissimi e, pertanto, ci aspettiamo le loro immediate dimissioni nonché una profonda riforma del sistema. E’ necessaria una commissione d’inchiesta regionale aperta alla partecipazione dei cittadini organizzati che accerti il funzionamento dei vari enti preposti, regione e Ausl compresa. Appare evidente il completo fallimento dell’intera macchina amministrativa, che in tre anni non ha risolto un gravissimo problema, visto che le misure adottate si sono rivelate del tutto inadeguate e, anzi, come è avvenuto per i filtri, hanno peggiorato la situazione. Forse all’inizio si è pensato di non “creare panico” nella popolazione. Ma, passati tre anni, i nodi nascosti sono venuti al pettine e centinaia di migliaia di cittadini ne hanno pagato due volte le conseguenze, per il collasso del sistema non appena il WWF ha messo il dito nella piaga e, soprattutto, per essere stati potenzialmente esposti a diverse sostanze, nocive per diversi organi e classificate quali possibili cancerogeni (si veda l’allegato).
A questo punto le associazioni continuano a richiedere tutti gli atti della vicenda e per questo hanno avviato un accesso agli atti a 360 gradi che, speriamo, non veda ulteriori ostacoli.
Il WWF, il Comitato Bussi ci Riguarda e l’Abruzzo Social Forum invitano tutti i cittadini e le organizzazioni a presentare esposti sulla materia per chiedere che venga fatta giustizia e perchè si intervenga, con la partecipazione dei cittadini, sulla megadiscarica di Bussi che è la principale causa del disastro che stiamo vivendo. Infine, alla Magistratura, si chiede di accelerare le indagini in corso per perseguire eventuali responsabilità.
INFO: 3683188739 (Augusto De Sanctis, WWF Abruzzo), 3381195358 (Renato Di Nicola, Abruzzo Social Forum), 3387254292 (Giovanni Damiani, Comitato “Bussi ci Riguarda)
Tutti i documenti citati sono disponibili via email e sono stati consegnati alla stampa presente alla conferenza stampa.
Il Comitato “Bussi ci Riguarda è formato da: Abruzzo social forum, Circolo per la valorizzazione delle terre pubbliche attraverso le popolazioni locali, Comitato Marelibero, Ecoistituto Abruzzo, Mila donnambiente, Italia Nostra, Legambiente, Marevivo, Sinistra ecologista, WWF
EFFETTI SULL’UOMO DI ALCUNE DELLE SOSTANZE RISCONTRATE
Tetracloruro di Carbonio (o tetraclorometano, valore di riferimento ISS= 4 microgrammi/litro)
Neurotossico, tossico su fegato e reni, si accumula nel grasso del fegato. Classificato quale “possibile cancerogeno per l’uomo” dalla IARC.
Esacloroetano (valore di riferimento ISS= 1 microgrammo/litro)
Tossico sul rene e sul fegato. Possibile cancerogeno per l’uomo (secondo IARC, l’Agenzia sul Cancro).
Tetracloroetilene (o percloroetilene, valore tabella Dlvo 31/2001: 10 microgrammi/litro, come somma di tetracloroetilene e tricloroetilene)
Neurotossico, danneggia lo sviluppo di vari organi. Classificato quale “Possibile cancerogeno per l’uomo” dalla IARC.
Tricloroetilene (la trielina, valore tabella Dlvo 31/2001: 10 microgrammi/litro, come somma di tetracloroetilene e tricloroetilene)
Classificato quale probabile cancerogeno per l’uomo (IARC)
Parametro “Idrocaburi totali”
Il parametro serve a descrivere una larga famiglia di centinaia di composti chimici che originano dal apetrolio. Data la quantità di sostanze, non è pratico cercare le singole sostanze ed è quindi utile misurare l’ammontare totale delle stesse.
Gli effetti che possono avere le varie sostanze sono diversi: effetti negativi su sistema nervoso centrale, sui reni e sul fegato e sullo sviluppo.
Informazioni tratte da: Scheda della Agency for Toxic Substances and Disease Registry degli USA.
Nel maggio 2007, post-filtri, “Idrocarburi totali” 35 volte sopra i valori consigliati dall’ISS.
WWF, Comitato Bussi ci Riguarda e Abruzzo Social Forum: documenti sconvolgenti che spazzano via eventuali dubbi sull’inquinamento delle falde.
Il WWF, il Comitato Bussi ci Riguarda e l’Abruzzo Social Forum hanno presentato oggi, durante una conferenza stampa svoltasi a Pescara, i documenti esplosivi circa l’acqua emunta negli ultimi anni dai Pozzi S.Angelo ed immessa nella rete che serve la Val Pescara e circa 400000 abitanti, posti a valle della megadiscarica abusiva di Bussi.
I documenti raccontano una storia incredibile. Con ordine, il 13 agosto 2004 l’ARTA, comunica alla AUSL e a diversi altri enti (ACA, Regione, Provincia e due comuni), che nei campionamenti fatti nel periodo maggio-giugno 2004 era stato riscontrato “in tutti i casi il superamento del valore di concentrazione limite, stabilito dal D.M. 471/99 (relativo allo stato di inquinamento delle acque sotterranee, ndr), del parametro Tetracloroetilene”. Inoltre, e questo è ancora più importante ai fini della potabilità, “si evidenzia che, in un solo caso, riferito al campionamento delle acque risultante dalla miscelazione delle acque degli otto pozzi, il superamento del limite fissato, per il parametro tetracloroetilene, dal DLGS 31/2001 “ (quello relativo alla qualità delle acque destinate al consumo umano, ndr). La AUSL, si attivava avvertendo l’acquedotto (l’ACA, con tre giorni di ritardo per supposte ferie del direttore dello stesso..., come si legge nell’esposto inviato dalla AUSL alla Procura che si presenterà più oltre). Si concordava quindi di effettuare nuovi accertamenti. Il risultato di questi prelievi è ben riassunto dalla nota che la AUSL inviava il 6 settembre 2004 alla Direzione Sanità della Regione Abruzzo e all’ACA. Questo era l’oggetto della missiva “Inquinamento della falda di acque sotterranee destinate al consumo umano. Comunicazione ufficiale dei risultati analitici dell’ARTA con conseguente STATO di ALLERTA... “. Nel testo si legge “si trasmettono le risultanze analitiche di 19 campioni di acqua potabile prelevati rispettivamente nei giorni 25/08/04 e 28/08/04 nel campo pozzi S. Angelo. Dal referto analitico si evidenzia uno stato di inquinamento da tetracloroetilene, tricloroetilene e cloroformio nelle falde dei pozzi destinati alla produzione di acqua potabile. Tale situazione che pregiudica gravemente la qualità delle acque destinate al consumo umano necessita di urgenti provvedimenti...”.
Dalle analisi di quei giorni emergono ben 3 superamenti per i valori di tetracloroetilene e tricloroetilene.
A quel punto, l’8 settembre 2004, il Dr. Roncione dalla AUSL e la Provincia di Pescara, scrivono alla Procura, raccontando dei primi contatti avvenuti con l’ACA a seguito della prima segnalazione e la conferma dei superamenti dei limiti sia del Decreto 471/99 sia del Decreto 31/2001 .
Si arriva ad una riunione, avvenuta a Febbraio 2005 presso l’ARTA, avente per oggetto proprio l’inquinamento dei pozzi, in cui la AUSL solleva dubbi circa la possibilità di continuare ad usare per usi idropotabili quei pozzi. Ben 4 mesi prima dell’intervento del Ministero dell’Ambiente, che ne proponeva l’uso, l’ATO presenta un progetto per il posizionamento di filtri a carbone attivo per un valore di 3,1 milioni di euro. Intanto l’acqua dai pozzi scorre in rete, visto che nella nota di accompagnamento delle analisi dell’ARTA del 24 settembre 2005, ad oltre un anno dalla scoperta dell’inquinamento, si scrive che “le acque dei pozzi nn.8,1,2, 3 e 4 che, al momento del prelievo erano emunte, e della loro miscela, che era immessa nella rete...”.
Ora, l’esame dei dati contenuti in queste analisi ufficiali lascia esterrefatti. Il Tetracloruro di carbonio (tetraclorometano nelle analisi), raggiunge, nel mix delle acque immesse dai pozzi in rete, il valore di 13,8 microgrammi/litro, superiore di 3 volte al valore di riferimento dell’OMS-ISS (4 microgrammi/litro). In campioni di singoli pozzi il valore era di 10,3 (pozzo 2), 9,3 (pozzo 3), 11,7 (pozzo 4). L’inquinamento era, quindi, diffuso. E’ interessante notare come in quel periodo non compariva l’esacloroetano, che, successivamente, si è riscontrato oltre il valore di riferimento di 1 microgrammo/litro nel 2007 (si vedano a tal proposito i comunicati precedenti).
Vi è un salto nei documenti in nostro possesso per il 2006 (anno in cui i pozzi sono stati chiusi per un periodo per il posizionamento dei filtri). Possiamo presentare, quindi, le analisi comunicate il 23 maggio 2007 dall’ARTA (che si riferiscono ai mesi precedenti), quando, come poi avverrà anche nelle analisi dell’ARTA di luglio e agosto 2007, il tetracloruro di Carbonio va oltre i valori indicati dall’OMS e ISS, aumentando nel passaggio nei filtri (da 3,1 a 5,1 microgrammi/litro, ad esempio, nel campione 625 del 12/02/2007). Ma la cosa sconvolgente, che aggiunge nuove preoccupazioni, relative a queste analisi, riguardano il parametro “Idrocarburi Totali” che, dopo i filtri, schizza in un campione post-filtro a 238,26 microgrammi/litro (pre-filtro 176,64) e in un altro campione post-filtro addirittura a 361,36 microgrammi/litro. Da una prima analisi della normativa in materia, pur non comparendo questo parametro nel citato Dlgs.31/2001 (come già avvenuto per il Tetracloruro di Carbonio, quando l’ISS ha dato ragione al WWF ponendo un valore di 4 microgrammi/litro) emerge come l’ISS abbia ribadito più volte l’opportunità di porre il valore di riferimento a 10 microgrammi/litro (“Si ritiene, pertanto, che per gli Idrocarburi totali la concentrazione limite da adottare sia 10 µg/l”, parere ISS del 25 luglio 2002 – N° 024711 IA/12). Rispetto a queste indicazioni ci troviamo con valori post-filtro di 35 volte superiori a tale valore di riferimento!
Questi dati confermano pienamente la fondatezza dei problemi segnalati dalle analisi del WWF e dimostrano come gli enti, in primo luogo ACA e ATO, anziché informare i cittadini com’era loro obbligo, nonostante conoscessero lo stato di grave contaminazione delle acque dei pozzi S.Angelo, abbiano creato confusione sui dati cercando di gettare discredito su coloro che hanno giustamente richiesto la chiusura dei pozzi per preservare la salute dei cittadini. Nessuna “guerra dei dati”, quindi, ma solo un’azione corretta di trasparenza svolta dalle associazioni che è riuscita a far emergere una vicenda gravissima nonostante la posizione di diversi enti, che in questo mese e mezzo non hanno risposto ai fatti adattando progressivamente la propria posizione man mano che risultava impossibile negare l’evidenza.
La costante presenza di alte concentrazioni, pur se oscillanti come accade di norma, di sostanze nocive nelle analisi degli ultimi 3 anni evidenzia l’estrema pericolosità di emungere l’acqua dai pozzi e la stessa necessità ed urgenza di procedere alla loro chiusura; viceversa una sola analisi che abbia riscontrato la quantità di tali sostanze nei limiti di legge appare del tutto insufficiente per fondare scelte che interessano 400000 persone, contrariamente a quanto ha stabilito il Presidente del TAR Pescara nel suo decreto emesso inaudita altera parte per la riapertura di uno dei pozzi contro il provvedimento del Commissario Goio, per scongiurare il grave rischio di contaminazione per la popolazione.
WWF, Comitato “Bussi ci Riguarda” e Abruzzo Social Forum ritengono quanto accaduto il più grave scandalo avvenuto in Abruzzo negli ultimi anni perchè, nonostante diversi enti sapessero, si può dire, carte alla mano, che per oltre un anno è stata immessa acqua nelle reti piena di sostanze chimiche nocive senza alcun tipo d’intervento e che la chiusura dei pozzi è avvenuta a diversi mesi dall’intervento dell’APAT che aveva stabilito, a marzo 2005, che erano stati superati i valori per la potabilità. Tra l’altro, i valori per il Tetracloruro di Carbonio sono anche peggiorati di gran lunga tra il 2004 e il 2005, superando la soglia dei 4 microgrammi/litro. I consumatori, al contrario di quello che prevede la legge, sono stati tenuti all’oscuro e, addirittura, a tre anni di distanza da queste informazioni l’ATO e l’ACA, in risposta alla nota inviata a luglio 2007 in via riservata dal WWF, hanno negato pervicacemente la realtà dei fatti arrivando a sostenere pubblicamente che le analisi fatte dal WWF sarebbero state dovute, come sostenuto dal Presidente dell’ATO, alla “bottiglia sporca (di tetracloruro di carbonio! ndr) usata dal WWF per i prelievi”. I fatti fin qui narrati sono gravissimi e, pertanto, ci aspettiamo le loro immediate dimissioni nonché una profonda riforma del sistema. E’ necessaria una commissione d’inchiesta regionale aperta alla partecipazione dei cittadini organizzati che accerti il funzionamento dei vari enti preposti, regione e Ausl compresa. Appare evidente il completo fallimento dell’intera macchina amministrativa, che in tre anni non ha risolto un gravissimo problema, visto che le misure adottate si sono rivelate del tutto inadeguate e, anzi, come è avvenuto per i filtri, hanno peggiorato la situazione. Forse all’inizio si è pensato di non “creare panico” nella popolazione. Ma, passati tre anni, i nodi nascosti sono venuti al pettine e centinaia di migliaia di cittadini ne hanno pagato due volte le conseguenze, per il collasso del sistema non appena il WWF ha messo il dito nella piaga e, soprattutto, per essere stati potenzialmente esposti a diverse sostanze, nocive per diversi organi e classificate quali possibili cancerogeni (si veda l’allegato).
A questo punto le associazioni continuano a richiedere tutti gli atti della vicenda e per questo hanno avviato un accesso agli atti a 360 gradi che, speriamo, non veda ulteriori ostacoli.
Il WWF, il Comitato Bussi ci Riguarda e l’Abruzzo Social Forum invitano tutti i cittadini e le organizzazioni a presentare esposti sulla materia per chiedere che venga fatta giustizia e perchè si intervenga, con la partecipazione dei cittadini, sulla megadiscarica di Bussi che è la principale causa del disastro che stiamo vivendo. Infine, alla Magistratura, si chiede di accelerare le indagini in corso per perseguire eventuali responsabilità.
INFO: 3683188739 (Augusto De Sanctis, WWF Abruzzo), 3381195358 (Renato Di Nicola, Abruzzo Social Forum), 3387254292 (Giovanni Damiani, Comitato “Bussi ci Riguarda)
Tutti i documenti citati sono disponibili via email e sono stati consegnati alla stampa presente alla conferenza stampa.
Il Comitato “Bussi ci Riguarda è formato da: Abruzzo social forum, Circolo per la valorizzazione delle terre pubbliche attraverso le popolazioni locali, Comitato Marelibero, Ecoistituto Abruzzo, Mila donnambiente, Italia Nostra, Legambiente, Marevivo, Sinistra ecologista, WWF
EFFETTI SULL’UOMO DI ALCUNE DELLE SOSTANZE RISCONTRATE
Tetracloruro di Carbonio (o tetraclorometano, valore di riferimento ISS= 4 microgrammi/litro)
Neurotossico, tossico su fegato e reni, si accumula nel grasso del fegato. Classificato quale “possibile cancerogeno per l’uomo” dalla IARC.
Esacloroetano (valore di riferimento ISS= 1 microgrammo/litro)
Tossico sul rene e sul fegato. Possibile cancerogeno per l’uomo (secondo IARC, l’Agenzia sul Cancro).
Tetracloroetilene (o percloroetilene, valore tabella Dlvo 31/2001: 10 microgrammi/litro, come somma di tetracloroetilene e tricloroetilene)
Neurotossico, danneggia lo sviluppo di vari organi. Classificato quale “Possibile cancerogeno per l’uomo” dalla IARC.
Tricloroetilene (la trielina, valore tabella Dlvo 31/2001: 10 microgrammi/litro, come somma di tetracloroetilene e tricloroetilene)
Classificato quale probabile cancerogeno per l’uomo (IARC)
Parametro “Idrocaburi totali”
Il parametro serve a descrivere una larga famiglia di centinaia di composti chimici che originano dal apetrolio. Data la quantità di sostanze, non è pratico cercare le singole sostanze ed è quindi utile misurare l’ammontare totale delle stesse.
Gli effetti che possono avere le varie sostanze sono diversi: effetti negativi su sistema nervoso centrale, sui reni e sul fegato e sullo sviluppo.
Informazioni tratte da: Scheda della Agency for Toxic Substances and Disease Registry degli USA.

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