Sempre di acqua si tratta….Settembre 1st, 2007 by
comitatomarelibero
Veniamo a conoscenza dello stanziamento da parte della Regione Abruzzo di un milione e duecentomila euro* a favore di enti, associazioni e società private che promuovono il golf. A prescindere dalla valutazione politica circa l’opportunità di spendere una tale somma in un momento di grande crisi socio-economica come quella che sta attraversando la nostra Regione, ci chiediamo se i consiglieri, che hanno votato all’unanimità tale provvedimento, si siano informati su quello che significa costruire e mantenere campi da golf. Dal punto di vista ambientale i campi da golf non sono affatto innocui come parrebbe ad una valutazione superficiale. Infatti le proteste contro la loro realizzazione crescono in tutto il mondo, anche in Italia.
Come mai i campi da golf fanno tanta paura ?
Le risposte sono varie e differenti a seconda dei continenti e dei siti, ma ritrovano notevoli punti in comune e similitudini.
Ogni campo si porta via in media cinquanta ettari . Con l’aumento esponenziale dei campi se ne vanno spazio e terre, favorendo anche la speculazione immobiliare, senza che sia prevista, in regime di obbligatorietà, la Valutazione d’Impatto Ambientale richiesta da sempre dai movimenti di protesta .
Altri motivi per opporsi sono: l’ eccessivo consumo di acqua, necessaria alla manutenzione delle strutture (molte volte proposte in zone siccitose), il rischio di salinizzazione della falda nelle zone costiere, il possibile inquinamento da pesticidi, il potenziale pericolo per le aree di alto valore naturalistico (boschi, foreste, laghi e zone umide) e il conflitto con le attività economiche preesistenti (agricoltura e allevamento in particolare).
Ogni campo da golf, tipo medio, a 18 buche, secondo stime dell’Associazione Europea del Golf, consuma in media tra i 1.600 e i 2.000 metri cubi di acqua al giorno. Ovvero ogni 24 ore un percorso si “beve” la stessa quantità d’acqua consumata da un paese di 8.000 abitanti! Un dato che diventa uno schiaffo al 1 miliardo e 400 milioni di persone nel mondo che non hanno accesso all’acqua. Ma in tempi di emergenza idrica anche per l’Occidente si può parlare di uno spreco insostenibile.Un altro dei problemi legati ai campi da golf è il massiccio uso di pesticidi e diserbanti. In Giappone per esempio su un campo si impiegano mediamente una tonnellata e mezzo di prodotti chimici all’anno (8 volte di più rispetto alle quantità utilizzate normalmente nei campi di riso).Negli USA 750 chili all’anno per un campo standard. Senz’altro di più di quanto richiesto dalle coltivazioni alimentari intensive. Inoltre il fatto che le dune dei “green” sono spesso fatte di sabbia,favorisce la rapida penetrazione delle sostanze chimiche utilizzate nelle falde acquifere del sottosuolo. E’ acclarato che la presenza di tracce di diserbanti e pesticidi nelle falde acquifere è all’origine di diverse forme di tumore, di allergie, di infertilità.Le federazioni golfistiche ed i loro fiancheggiatori stanno facendo sforzi enormi per cercare di smentire la “convinzione comune” che il golf sia uno sport d’elite. Probabilmente, allo scopo di ottenere maggiori finanziamenti pubblici per ripianare gli alti costi di realizzazione e gestione, cercano di presentare il golf come disciplina aperta e alla portata di tutti. Ma quando si vanno a vedere i costi di iscrizione ai circoli o i prezzi di una mazza risulta davvero difficile sostenerne la sua accessibilità popolare.
Dunque malgrado apparenze e costose propagande patinate di verde, il golf si e’ rivelato nei fatti una disciplina,oltre che per pochi, ecologicamente insostenibile.
*Nel 2002 la regione Sardegna ha elargito 900.000 euro a favore del golf,(complessivamente 19 campi) suscitando le proteste dei cittadini. In Abruzzo si stanziano 1.200.000 euro per appena 4 campi esistenti e non è dato sapere se e per quanti in progettazione.
Comitato MareLibero Pescara